La tendinopatia Achillea è una condizione frequente che riguarda il tendine d’Achille, con un’incidenza che può arrivare fino allo 0,3 % degli accessi del medico di medicina generale e che può aumentare sino al 5-7% in alcune attività sportive (es. running), fino all’ultra-running in cui è la condizione clinica più prevalente e che negli atleti che si preparano ad una maratona può arrivare al 7.4%.
La tendinopatia achillea può essere classificata come inserzionale (segni e sintomi sull’inserzione del tendine sul tallone) e non-inserzionale. Pur avendo molti punti in comune queste due varianti sono considerate due entità distinte, di conseguenza questo articolo si focalizzerà sulla condizione più frequente ovvero la tendinopatia Achillea non inserzionale.
Sintomi come dolore, gonfiore, fastidio alla palpazione sul ventre tendineo, rigidità mattutina e difficoltà funzionali sono sintomi comuni nella tendinopatia achillea sia nelle attività sportive che nella vita quotidiana e sono considerati tipici di questa condizione clinica.
La quasi totale assenza di fenomeni infiammatori se non come fenomeno reattivo implica che trattamenti basati su farmaci, terapie antinfiammatorie o trattamenti passivi (elettroterapie e terapie manuali) dovrebbero semmai essere utilizzate a scopo analgesico o di supporto ad un trattamento che consideri la condizione nel suo aspetto degenerativo in assenza di infiammazione.
Una serie di studi recenti hanno dimostrato la possibile rilevanza delle varie componenti muscolari in relazione ai diversi fasci del tendine d’Achille nella patogenesi della tendinopatia achillea. Per questo, attualmente il gold standard nel trattamento risulta essere l’esercizio terapeutico. Possono essere inoltre abbinate terapia manuale, terapie fisiche (tecar terapia, laser etc.), ortesi e bendaggio rigido come eventuale supporto.
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