Il tempo atmosferico è un fattore che da oltre 2000 anni, sin dai tempi di Ippocrate, si crede sia legato al dolore articolare e a sintomi di numerose malattie croniche. Questa percezione è supportata da dati scientifici oppure è un semplice luogo comune?
Alcuni studi suggeriscono che il corpo umano e l’ambiente siano legati da un continuo stato di interazione chimico-fisica, e che il tempo meteorologico possa avere un’influenza sia positiva che negativa sulla salute. A questo proposito, molti studi si sono focalizzati sull’interazione tra lo stato di salute e fattori come variazioni meteorologiche, stagionali, inquinamento dell’aria ed allergeni. Nonostante molti di questi studi abbiano dimostrato che questi fattori possano presentare un rischio per i pazienti più vulnerabili, molti di questi dati sono stati però tratti da studi con piccoli gruppi, redatti tramite questionari di autovalutazione e sono quindi basati su interpretazioni personali, credenze e ricordi.
Nonostante questi fattori confondenti, grazie anche alle nuove tecnologie ed agli smartphones, negli ultimi anni è stato possibile effettuare studi di migliore qualità sulla relazione tra fattori meteorologici, stagionali e dolore articolare. A questo proposito, uno studio su oltre 13.000 persone effettuato tramite una app su smartphone e durato oltre 12 mesi, ha dimostrato che un alto tasso di umidità relativa e velocità del vento, insieme ad una bassa pressione atmosferica, erano associati ad un’intensità del dolore più alta tra le persone che soffrono di dolore cronico.
Il fattore più rilevante tra quelli sovramenzionati è risultato essere l’alto tasso di umidità. Tuttavia, la peggiore combinazione di fattori climatici, in questo studio sembrava aumentare la probabilità di sentire dolore di non più del 20% rispetto ad una giornata media. Un dato quindi non molto alto, ma che per le persone con dolore cronico potrebbe essere significativo.
L’aumento del tasso di umidità sembra essere inoltre associato ad una maggior frequenza di visite mediche tra i pazienti con condizioni reumatologiche come la spondilite anchilosante. A questo proposito, è interessante notare che studi su animali hanno dimostrato che un’alta umidità relativa aumenta l’espressione di molecole infiammatorie (fattore di crescita dell’endotelio vascolare ed interleuchina 1) a livello della cartilagine articolare.
Rispetto invece al legame tra dolore muscoloscheletrico e pressione atmosferica, alcuni studi su animali hanno osservato come alcuni processi infiammatori (cascata delle citochine) possano essere influenzati proprio dalla pressione atmosferica, questo potrebbe quindi giustificare il peggioramento dei sintomi in molte condizioni di dolore cronico. Tuttavia, non sono sinora presenti studi umani a supporto di queste ipotesi.

Ad ulteriore supporto dei dati sinora menzionati, uno studio su pazienti con fibromialgia (condizione reumatologica) ha dimostrato risultati preliminari che indicano una connessione tra bassa pressione atmosferica, maggiore intensità di dolore ed umore più basso. E’ interessante notare che in questo studio non era stata invece osservata una relazione tra umore basso ed umidità.
Questi dati potrebbero però essere validi solo per condizioni reumatologiche come l’artrite reumatoide o la spondilite anchilosante, e non per condizioni degenerative più comuni come artrosi di anca e ginocchio. Infatti, sperimentalmente i sintomi legati all’artrosi hanno dimostrato una scarsa relazione con umidità e condizioni meteorologiche, nonostante i pazienti nei vari studi abbiano spesso riportato un supposto legame proprio con questi fattori, non confermato però successivamente a livello sperimentale.
Nonostante le difficoltà e la complessità nel misurare il legame tra tempo meteorologico e dolore muscoloscheletrico nelle diverse condizioni cliniche, un’interpretazione fornita dalla ricerca potrebbe essere legata alla sfera percettiva. E ‘ stata infatti osservata una riduzione della soglia della tolleranza del dolore da freddo nei mesi con le temperature più basse dell’anno, che aumentava invece del 75% nei mesi più caldi. Al contrario, la soglia del dolore alla pressione su diversi punti del corpo non mostrava un legame stagionale, era tuttavia presente un legame tra dolore alla pressione corporea con alto tasso di umidità e bassa pressione atmosferica.
In conclusione, sebbene sembri esserci una conferma scientifica della correlazione tra dolore muscoloscheletrico, fattori meteorologici e stagionali, questo legame potrebbe essere variabile a seconda della condizione clinica. Nella maggior parte dei casi, questo fenomeno potrebbe essere spiegato da fenomeni di percezione soggettiva (ridotta tolleranza al freddo e alla digitopressione) nella stagione fredda, mentre in alcune condizioni cliniche reumatologiche, fattori meteorologici e stagionali potrebbero essere correlati a processi infiammatori. Ulteriori studi sono necessari per chiarire questi aspetti.

Ad ogni modo, in caso di dolore e rigidità causati sia condizioni degenerative che reumatologiche, il consiglio di una vita attiva che includa esercizio fisico è la raccomandazione principale delle più autorevoli linee guida scientifico-sanitarie. Parlane con il tuo medico e con il tuo fisioterapista e osteopata e mantieni sempre uno stile di vita sano e attivo.

Articolo di Stefano Braico, Fisioterapista, Osteopata e Running Specialist con Laurea Magistrale ed esperienza professionale ed accademica in Italia, Spagna e Regno Unito. Quando non impegnato professionalmente nella propria clinica, ama l’attività fisica incluso il running, trail running e skyrace, viaggi e lettura.
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