Pubalgia e dolore inguinale

Il dolore inguinale, ancora a volte denominato erroneamente “pubalgia”, è un problema molto comune specialmente nella popolazione attiva e sportiva. Il dolore inguinale rappresenta una sfida clinica dovuta all’ampia varietà di strutture anatomiche potenzialmente responsabili dei sintomi. A questo si aggiunge inoltre l’alta prevalenza di anomalie radiodiagnostiche presenti anche in soggetti asintomatici che ne complica ulteriormente l’inquadramento diagnostico.

La terminologia usata è uno dei principali ostacoli ad un inquadramento diagnostico corretto, con oltre 33 termini utilizzati sino alla “Prima conferenza mondiale sul dolore inguinale negli atleti”, tenutasi a Doha nel 2014, durante la quale i maggiori esperti mondiali hanno deciso di analizzare e discutere tutti i termini diagnostici data la ben nota confusione sull’argomento. Al termine della conferenza, sono state identificate 5 entità diagnostico-cliniche, per cui tutte le precedenti terminologie come “pubalgia”, “tendinite degli adduttori”, “ernia sportiva” “tendinite dell’ileopsoas” etc., dovrebbero essere abbandonate.

Queste 5 entità cliniche non escludono la presenza di altre condizioni cliniche traumatiche, degenerative, intra-addominali, congenite, reumatologiche o di altra natura, che devono essere considerate ed escluse dal clinico prima di formulare la diagnosi di dolore inguinale e successive categorie specifiche. Sono nello specifico:

  • Dolore inguinale in relazione agli adduttori
  • Dolore inguinale in relazione ad ileopsoas
  • Dolore inguinale pubico
  • Dolore inguinale in relazione all’anca

Alla luce dei risultati di questi studi e delle considerazioni diagnostiche più recenti, è quindi necessario formulare delle procedure per la valutazione ed il trattamento che includano non solo la struttura sintomatica, ma anche le alterazioni specifiche attraverso:

  • Test funzionali del controllo segmentale
  • Principi di rieducazione neuromuscolare specifica
  • Esercizi con progressione con focus sul controllo segmentale (relazione coscia-pelvi-tronco)
  • Terapia manuale in aggiunta agli esercizi specifici

Possono essere quindi proposti esercizi di rinforzo specifico sulle componenti muscolari rilevanti come ad esempio adduttori, medio gluteo e muscolatura addominale attraverso un programma estensivo a media frequenza (minimo 3 volte a settimana) della durata minima di 4 settimane per un miglioramento dei sintomi. Tuttavia, le evidenze attualmente disponibili dimostrano che per un recupero funzionale che comprenda come obiettivo il ritorno alla pratica sportiva senza dolore, il periodo più realistico minimo è di 8-12 settimane.

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