Molte persone hanno sentito parlare di Osteopatia oppure gli è stato consigliato di rivolgersi ad un osteopata, ma come capire a chi affidarsi e qual’è il percorso di formazione di un osteopata?
L’Osteopatia in Italia è una realtà relativamente recente rispetto agli oltre 100 anni di storia di questa metodica basata sulla terapia manuale. Infatti, arrivata dall’America nel Regno Unito nel 1917 (University College of Osteopathy – British School of Osteopathy) l’Osteopatia ha progressivamente preso piede nel resto d’Europa, arrivando in Italia soltanto alla fine degli anni 80 e inizio anni 90.
A differenza però di alcuni paesi europei come il Regno Unito dove l’Osteopatia è regolamentata dal Ministero della Salute e l’osteopata è in possesso di Laurea Magistrale, in Italia non è ancora pienamente regolamentata e negli anni sono nate numerose scuole private non riconosciute ne’ dal Ministero della Salute ne’ dal MIUR.
Ad oggi infatti, il titolo più diffuso in Italia è rappresentato dal Diploma in Osteopatia (abbreviato in “DO”), titolo di livello base non universitario nel mondo dell’Osteopatia. Questo titolo viene spesso confuso o utilizzato impropriamente con il titolo di laurea in Medicina e Chirurgia dei medici osteopati americani (“Doctor of Osteopathy”), che utilizza in effetti lo stesso acronimo ovvero “DO”. Il titolo “DO” potrebbe quindi suggerire il possesso di una laurea, tuttavia il titolo “Doctor of Osteopathy” esiste solo negli Stati Uniti.
A questo proposito, e’ bene ricordare infatti che ad oggi in Italia non essendo ancora istituito un corso di laurea in Osteopatia, nessun osteopata con titolo italiano può definirsi “Dottore in Osteopatia”. Sempre a proposito di titoli, alcune scuole private italiane offrono invece titoli universitari esteri in Osteopatia. Tuttavia, questi titoli in Italia non consentono legalmente la pratica dell’Osteopatia su condizione clinica (su paziente), senza una pregressa laurea sanitaria o medica riconosciuta dal Ministero della Salute.

Osteopatia in Italia, una professione praticata da professionisti sanitari e non sanitari.
In Italia, ad oggi l’Osteopatia è stata individuata dal Ministero della Salute come professione sanitaria, tuttavia si è ancora in attesa dei decreti attuativi per l’istituzione del corso di laurea.
Pertanto, in assenza di ulteriori regolamentazioni la pratica dell’Osteopatia su condizioni cliniche (lombalgia, cervicalgia, traumi, condizioni pediatriche etc.) è attualmente riservata unicamente alle professioni sanitarie e mediche esistenti, in quanto legalmente abilitate a trattare le suddette condizioni.
In tutti gli altri casi, in caso di condizione clinica il paziente mette in mano la sua salute ad un professionista non abilitato alla pratica clinica, ma soprattutto senza una formazione regolamentata dal Ministero della Salute e dell’Università, andando quindi incontro a potenziali rischi.
Nel caso di un osteopata non in possesso di laurea sanitaria o medica, non vi è un impedimento all’accesso da parte della persona, tuttavia il trattamento in questo caso dovrebbe collocarsi nell’ambito della prevenzione o del benessere. Tuttavia, per varie ragioni molto spesso persone con condizioni cliniche anche rilevanti, si rivolgono o vengono trattate da osteopati senza titolo sanitario o medico.
Oltre all’aspetto relativo alla formazione, legalita’ e sicurezza, va inoltre ricordato che le terapie effettuate da professionisti sanitari legalmente riconosciuti in Italia (come medici e fisioterapisti) sono parzialmente detraibili dalla dichiarazione dei redditi in quanto spesa sanitaria, mentre non lo sono quelle effettuate da altri professionisti, anche se laureati ma in possesso di laurea non sanitaria.
Inoltre, a proposito di titoli universitari, viene generata molta confusione dall’utilizzo di diversi osteopati non sanitari del titolo universitario di “Dottore”. Questo accade spesso e confonde i pazienti che non sono in grado di cogliere la differenza tra i diversi professionisti che operano nel campo dell’Osteopatia e di chi ha effettivamente titolo e competenza per il trattamento di condizioni cliniche.
Il problema nasce dal fatto che in Italia a qualsiasi persona laureata spetta il titolo accademico di “Dottore”. Infatti, un laureato in Storia, Lettere, Giurisprudenza o Scienze Motorie (ad esempio) in possesso di un Diploma in Osteopatia (“DO”) rilasciato da una qualsiasi scuola privata, potrebbe presentarsi come “Dott. Rossi, osteopata DO”. Questo porta spesso a pensare che in Italia vi sia una laurea in Osteopatia, o che la persona in questione sia un professionista sanitario o medico, mentre spesso non è così.
Queste differenze spesso non sono chiare nemmeno ai medici prescrittori, che consigliano o prescrivono trattamento osteopatico senza specificare a chi rivolgersi.

Standard formativi in Osteopatia in Italia ed Europa, per una formazione di qualità in Osteopatia a garanzia del paziente.
In assenza dell’istituzione di un corso di laurea in Osteopatia, per quanto riguarda la formazione in Osteopatia a livello internazionale viene fatto riferimento alla norma europea sull’Osteopatia EN 16686.
La norma CEN EN 16686 è stata approvata il 30 aprile 2015. Secondo quanto previsto dal Regolamento Interno CEN/CENELEC, gli organismi di normazione nazionale della maggior parte dei paesi europei tra cui l’Italia sono tenuti ad applicare questa norma.
Tale norma europea non sostituisce le legislazioni dei singoli paesi membri, pertanto la pratica dell’Osteopatia può consistere in una formazione a sé stante, oppure a percorso di specializzazione post laurea sanitaria o medica, a seconda del paese.
L’Osteopatia è una disciplina sanitaria di contatto primario, e gli osteopati forniscono assistenza ai pazienti in tutta Europa. Tuttavia, l’assenza di standard condivisi d’istruzione, formazione e pratica, ha permesso a professionisti non qualificati di chiamarsi osteopati e ad enti formativi di fornire brevi corsi in Osteopatia, anche online.
La norma europea (EN16686) affronta questo tema, stabilendo formalmente in un unico documento gli standard previsti in Europa per l’erogazione di assistenza osteopatica di alta qualità, d’istruzione, di sicurezza e di condotta etica. L’ente europeo che raggruppa le singole associazioni nazionali in Osteopatia è rappresentato dall’EFFO – European Federation & Forum for Osteopathy. L’ente rappresentativo dell’EFFO a livello italiano è il ROI – Registro degli osteopati d’Italia.

La formazione in Osteopatia secondo la norma europea sull’Osteopatia EN 16686
Attualmente la formazione in Osteopatia secondo la norma europea EN16686 è classificata come di tipo T1 o T2. Ad oggi in Italia l’unico ente che accredita esclusivamente osteopati con questo tipo di formazione è il ROI – Registro degli osteopati d’Italia.
L’iscrizione al ROI non è obbligatoria, tuttavia qualora un osteopata risulti iscritto al ROI, ha sicuramente una formazione secondo la norma europea sull’Osteopatia.
Formazione tipo T1
- 240 crediti formativi.
- 4800 ore di formazione di cui 1000 ore di tirocinio.
- Accesso possibile se si è in possesso di un titolo di scuola media superiore quinquennale.
- Osteopata non sanitario (in assenza di altri titoli sanitari riconosciuti in Italia).
Formazione tipo T2
- Accessibile solo a coloro già in possesso di una laurea sanitaria (o titolo equipollente), medicina e chirurgia, odontoiatria.
- 2000 ore di formazione di cui 1000 ore di tirocinio.
- Osteopata sanitario.

Conclusioni
L’Osteopatia in Italia non è ancora pienamente regolamentata, e risulta pertanto praticata da una serie di professionisti sanitari e non. Inoltre, vi sono percorsi formativi diversi in Osteopatia, il cui standard di riferimento è decretato dalla norma europea per la formazione in Osteopatia.
Questa norma sancisce un minimo di 2000 ore di formazione in Osteopatia per un professionista sanitario o medico e fino ad oltre 4000 ore di formazione se in possesso solo di diploma di scuola superiore. In questi percorsi devono obbligatoriamente essere presenti inoltre almeno 1000 ore di tirocinio.
In Italia ad oggi la pratica dell’Osteopatia su condizione clinica è riservata ad osteopati sanitari (formazione T2), mentre la pratica dell’Osteopatia a fini di prevenzione e benessere è consentita ad osteopati non sanitari (formazione T1). L’unico ente che ad oggi in Italia garantisce che un osteopata abbia questo tipo di formazione è il ROI – Registro degli Osteopati d’Italia.
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Articolo di Stefano Braico , Fisioterapista, Osteopata, Chiroterapeuta con Laurea Magistrale ed esperienza professionale ed accademica in Italia, Spagna e Regno Unito. Quando non impegnato professionalmente nella propria clinica, ama l’attività fisica incluso il running, viaggi e lettura.