La corsa/running sta diventando estremamente popolare grazie ai numerosi benefici sulla salute ed alla sua accessibilità. Tuttavia il numero di infortuni nel running risulta essere abbastanza alto, con un'incidenza che a seconda degli studi oscilla tra il 18.2% ed il 92.4%.
Una delle principali cause di infortuni viene spesso imputata al tipo di scarpa non adatta. A questo proposito, gli studi epidemiologici disponibili ad oggi mostrano che non esiste invece alcuna evidenza assoluta che uno specifico tipo di scarpa possa ridurre il numero di infortuni legati alla corsa.
Gli studi scientifici hanno infatti dimostrato che, escluse le alterazioni strutturali del piede di grado clinicamente rilevante (pes planus, pes cavus, severa pronazione etc), le cause piu' frequenti degli infortuni vanno invece ricercate nel volume di allenamento e progressione, nella tecnica di corsa ed infortuni precedenti anche minori. Per quale ragione allora si continua a ricercare nella scarpa la causa di infortuni?
Scarpe, pronazione ed altri miti del running
Negli ultimi 100 anni, la scarpa da running ha subito considerevoli cambiamenti. All'inizio del secolo scorso era infatti una normale scarpa da uso quotidiano, mentre oggi si è passati ad una calzatura frutto di ricerche ingegneristiche che nella comunità del running hanno reso familiari termini come supporto, pronazione, ammortizzamento, drop etc.
Tuttavia, ad oggi non è possibile affermare che l'evoluzione delle scarpe da running abbia portato ad una riduzione del numero di infortuni. Cio' nonostante, si continua ad attribuire alla scarpa un'importante relazione con gli infortuni, sia come causa che prevenzione.


Figura 1. Esempio di scarpe da running del 1912 (Spalding running shoes, a sinistra) a confronto con scarpe da running moderne. Tratto da Nigg et al., 2015
A proposito di conoscenze legate agli infortuni della corsa e della relazione con le scarpe da running, è importante notare che questa relazione non è stata esplorata in maniera approfondita fino all'anno 2012. Infatti, le convinzioni relative alla pronazione come causa di infortuni, nascono negli anni 70 dall'interesse dei podologi per questa funzione fisiologica del piede. Negli anni successivi, durante il boom del running, l'interesse per la pronazione ha portato ad una deduzione senza nessun dato epidemiologico o evidenza che la pronazione potesse portare ad infortuni.
A proposito del modo in cui queste convinzioni continuano a raggiungere la comunità del running nonostante la loro fallacia, un recente studio ha analizzato quali sono le conoscenze e le convinzioni degli studenti di fisioterapia e dei venditori di scarpe da running in merito agli infortuni della corsa ed alla relazione con le scarpe da running.
E' stato interessante notare che le conoscenze di entrambi questi gruppi non sono allineate con le evidenze scientifiche. Questa ricerca ha infatti portato alla luce i seguenti punti:
In merito alla pronazione, scarpe ed infortuni della corsa, il 92% dei venditori afferma di aver ricevuto una formazione dal proprio titolare e da studio proprio anzichè su formazione basata su ricerche o dati scientifici. Ciò nonostante, il 77% dei venditori di scarpe crede che la propria formazione sia adeguata e sufficiente.
Solo una piccola parte dei venditori e degli studenti di fisioterapia crede che gli infortuni siano legati ad errori della tecnica o di allenamento, mentre il 12,6% degli studenti di fisioterapia ed il 32,1% dei venditori crede invece che la principale ragione di infortuni sia “scarpa non adatta al tipo di piede”.
Il 51.9% dei venditori ed il 39% degli studenti di fisioterapia raccomanderebbe l'utilizzo di scarpe antipronazione ad un runner “pronatore” senza infortuni. Inoltre il 52.5% dei venditori crede che una scarpa piu' costosa sia “chiaramente migliore nel ridurre gli infortuni legati alla corsa”.
Il 67.5% dei venditori di scarpe ed il 47.5% degli studenti di fisioterapia sono d'accordo con l'affermazione: “E' probabile che le scarpe moderne abbiano ridotto gli infortuni e reso il running un'attività più sicura”.
I dati forniti da questo studio dimostrano quindi che la conoscenza di base dei principali professionisti coinvolti in quest'area ad oggi potrebbe non allineata con le evidenze scientifiche. Ed e' inoltre possibile che le conoscenze di altri professionisti sanitari e medici senza formazione specifica siano simili.
A proposito delle cause primaries di infortuni nel running, gli studi più recenti non supportano l'ipotesi che questi siano principalmente legati ad uno determinato tipo di scarpa, oppure che possano essere prevenuti attraverso l'adozione di un tipo di scarpa specifico o anti-pronazione. Questo dato è inoltre dimostrato dall'alto tasso di infortuni rilevato dagli studi epidemiologici e nonostante l'utilizzo diffuso di scarpe altamente tecnologiche.
Ciò nonostante, il 95,2% dei venditori riporta di aver avuto richieste da parte di runners in merito alla riduzione di dolore muscoloscheletrico e di aver fornito consigli sulla base delle proprie conoscenze e di un'analisi della corsa. Questo dato, assieme agli altri risultati della ricerca, dimostra che è molto probabile che i venditori di scarpe da running vedano runners affetti da dolore muscoloscheletrico, ma è altrettanto probabile che non abbiano le competenze per dare consigli efficaci e basati su evidenze scientifiche.
Un'altra ricerca ha invece analizzato le convizioni dei runners rispetto ai fattori di rischio per lo sviluppo infortuni dividendoli tra fattori intrinseci ed estrinseci. Tra i fattori estrinseci per il rischio infortuni, la risposta più frequente dei runners è stata: "utilizzare una scarpa non adatta al tipo di piede" (Figura 2). Mentre invece oggi sappiamo che gli infortuni sono principalmente legati a volume di allenamento e progressione, infortuni precedenti e tecnica di corsa.


Figura 2. Classificazione della conformazione del piede in base all'osservazione dell'allineamento tra asse della tibia e orientamento del retropiede.
Pronazione ed infortuni. Quali evidenze?
Sebbene la maggior parte dei runners attribuisca alla postura o conformazione del piede per lo sviluppo di infortuni, questa credenza è stata fortemente ridimensionata da due studi clinici pubblicati sulla importantissima rivista medico-scientifica British Journal of Sports Medicine. Infatti, in questi studi è stato analizzato il tasso di infortuni ad 1 anno (Nielsen et al., 2014) e 6 mesi (Malisoux et al., 2016) su un campione di rispettivamente 927 e 372 runners.
La variabile analizzata in entrambi i casi era la conformazione del piede (neutro, supinato, pronato o molto pronato) misurata attraverso il Foot Posture Index (FP-6) ed incrociata con il tasso di infortuni nei vari gruppi alla fine del periodo di analisi.
In entrambi i casi si è rilevato che solo nel caso del piede con pronazione severa, il tasso di infortuni era relativamente più alto nel caso di utilizzo di una scarpa neutra, mentre si riduceva nel caso di utilizzo di una scarpa con controllo della pronazione. In tutti gli altri casi, incluso nel caso di piede pronato, il tasso era simile anche con scarpa neutra e come dimostrato da altri studi erano altri i fattori più rilevanti.
Inoltre, occorre tener conto che anche in caso di normale conformazione del piede, un comune errore tecnico come una base d'appoggio stretta può portare ad iperpronazione (Figura 3). In questo caso quindi l'utilizzo di una scarpa con controllo della pronazione non riduce il rischio di infortuni nè tantomeno modifica l'errore di base causa di iperpronazione. Va inoltre considerato che oltre alla grave sottostima dei runners della tecnica di corsa come causa di infortuni, anche in caso di piede pronato sono presenti studi che hanno dimostrato come un regime di esercizi di rinforzo della muscolatura del piede possa non solo migliorare il controllo della pronazione ma anche avere un impatto positivo su altri parametri relativi al ginocchio.


Figura 3. Errore tecnico di base d'appoggio stretta rilevato tramite video-analisi. In fase di attacco il piede attraversa la linea mediana, portando ad un'iperpronazione anche in un piede senza alterazioni strutturali.
Infortuni nel running e scarpe, verso un nuovo paradigma.
Chiarito che ad oggi nella maggior parte dei casi non esistono evidenze chiare di causalità tra pronazione, scarpe specifiche ed infortuni da running, ma volendo analizzare se esistano componenti rilevanti che associano il running ed il tipo di scarpa, un nuovo paradigma proposto è legato ai fattori “Movimento” e “Comfort”.
Movimento: uno studio dell'Università di Calgary ha dimostrato che con diversi tipi di scarpe non cambia il tipo o il pattern di movimento del runner che rimane infatti sempre lo stesso, bensì cambia solo l'ampiezza del movimento analizzato (es.dorsiflessione di caviglia). Per questo potrebbe essere importante utilizzare una scarpa che favorisca il pattern naturale del runner più che “correggerlo”. Questo però potrebbe essere difficile da analizzare tramite osservazione dato che come premesso, cambia l'ampiezza ma non il tipo di movimento. Potrebbe essere quindi necessario valutare il consumo energetico piuttosto che il movimento per se.
Comfort: un numero rilevante di studi ha dimostrato che le scarpe vengono scelte sulla base del comfort come fattore principale. A questo proposito, scarpe percepite come più comode potrebbero essere associate ad un numero minore di infortuni e ad un consumo minore di ossigeno con migliore performance. Per contro, il comfort è un parametro difficile da oggettivare.
Direzioni future
Ad oggi non è possibile affermare che gli infortuni nel running siano legati alla scarpa da running, o che l'utilizzo di una scarpa specifica possa prevenire o migliorare infortuni.
Le evidenze attuali dimostrano invece che gli infortuni del running sono principalmente legati al volume e frequenza di corsa, alla presenza di traumi precedenti ed alla tecnica di corsa.
Bisognerebbe quindi migliorare la formazione e la comunicazione su questi aspetti sia tra i runners, sia tra le figure professionali coinvolte nel running.
Nei casi in cui sia presente una severa pronazione, una scarpa con supporto della pronazione potrebbe ridurre il rishio di infortuni, dovrebbe tuttavia essere associata ad esercizi, analisi della tecnica di corsa e corretta programmazione di volume e progressione.


Rispetto alla scarpa da running è stato inoltre recentemente proposto un nuovo paradigma legato ai parametri di "Movimento" e "Comfort", che potrebbero essere associati ad un tasso minore di infortuni e ad miglioramento della performance.
Il Running è un insieme di movimento, espressione fisica, tecnica ed esperienza e non è solo piedi. Le scarpe sono certamente uno strumento, ma non fanno il runner nè sono uno strumento terapeutico a cui affidarsi in caso di infortuni o come prevenzione.


Articolo di Stefano Braico, Fisioterapista, Osteopata e Running Specialist con Laurea Magistrale ed esperienza professionale ed accademica in Italia, Spagna e Regno Unito. Quando non impegnato professionalmente nella propria clinica, ama l'attività fisica incluso il running, trail running e skyrace, viaggi e lettura.
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